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mercoledì 31 dicembre 2014

Un anno di letture

raccolta libri letture top del 2014

"Mi resi conto che con le mie stesse dita
avevo acciuffato un pizzico di felicità. E non era stato difficile quanto sembrava all'inizio."

E alla fine successe qualcosa di meraviglioso, Sonia Laredo


Tanti auguri per un 2015
ricco di tutto quello che più desiderate

domenica 28 dicembre 2014

LeggiAmo sotto l'albero di Natale (un libro che parla di libri): E alla fine successe qualcosa di meraviglioso

Il libro è un oggetto così straordinario che gli stessi libri spesso ne parlano.

I libri che parlano di libri sono ricchi di suggerimenti per altre letture e di riferimenti ad autori e storie. Quando li leggo devo necessariamente avere vicino carta e penna per non lasciarmi sfuggire gli spunti più interessanti.

Da una carissima amica, che conosce bene la mia passione per la lettura, ho ricevuto in dono

E alla fine successe qualcosa di meraviglioso
Sonia Laredo
Mondadori

romanzo Sonia Laredo libro che parla di libri Mondadori

Il romanzo si  apre con l'emozionante evocazione, scommetto condivisibile da tutti, delle sensazioni suscitate nella protagonista, Brianda, dall'imparare a leggere.

"Ricordo ancora il giorno in cui, quando ero molto piccola, imparai a leggere. Fu un evento magico. Posso ancora rivivere la palpitante emozione che provai quando le lettere cominciarono ad assumere significato davanti ai miei occhi. Un attimo prima, sembravano solo animaletti che si nascondono sotto terrae che nessuno può vedere, e quello successivo erano vive e capaci di dare senso al mondo, di ordinarlo."

Nella vita di Brianda i libri hanno un ruolo fondamentale: sono il suo lavoro, la sua ancora di salvezza e gli autori i suoi migliori amici. La crisi colpisce inevitabilmente anche l'editoria e Brianda si ritrova presto senza lavoro. Non volta però le spalle ai suoi amati libri, anzi ancora una volta si affida a loro e, consultandoli come un oracolo, giunge a Nuba, uno sperduto paesino nel nord della Spagna, lungo il cammino di Santiago. Incuriosita da un cartello che annuncia la cessione di una libreria si imbatte nell'anziano, ma arzillo proprietario che le offre ospitalità nella sua casa in cambio di aiuto in negozio. Da lì ad un anno una serie di persone ed avvenimenti si intrecciano nella vita di Brianda, tanto che la sua vita precedente, quella trascorsa a Madrid, sembra lontana anni luce.

Il libro è la prima pubblicazione dell'autrice, Sonia Laredo, che cela dietro questo nome la sua vera identità, si sa solo che lavora nel mondo editoriale spagnolo. Ho apprezzato molto la piega data dall'autrice alla narrazione. Se nella prima parte gli avvenimenti sembrano quasi scontati, nella seconda il romanzo prende una piega del tutto imprevedibile che tiene il lettore incollato alle pagine e lo riconduce a particolari, narrati all'inizio, che sembravano del tutto trascurabili.

Un romanzo per chi ha bisogno di trovare la forza di salvarsi, il coraggio di affrontare una difficoltà, una spinta per andare avanti e non arrendersi.

"Mi resi conto che con le mie stesse dita avevo acciuffato un pizzico di felicità. E non era stato difficile quanto sembrava all'inizio."


segnalibro punto croce albero natale libro

venerdì 28 novembre 2014

LeggiAmo (un libro tratto dalla lista dei libri letti di Rory Gilmore): Orgoglio e pregiudizio

Alzi la mano chi non ha mai letto un libro di Jane Austen. Io!

La tappa del mese di maggio di LeggiAmo prevedeva la lettura di un libro tratto dalla lista dei titoli letti di Rory Gilmore. Scorrendo l'elenco ho scelto senza alcuna esitazione

Orgoglio e pregiudizio
Jane Austen
Oscar Classici Mondadori


Dopo aver ascoltato e letto moltissime opinioni sull'autrice, sono giunta alla conclusione che o la sia ama o la si odia, senza vie di mezzo. Ho iniziato quindi il libro con l'intento di capire da quale parte mi sarei schierata.

Il romanzo è ambientato nella provincia inglese di fine Settecento ed è la storia della famiglia Bennet composta dall'insopportabile madre il cui unico compito sembra essere quello di garantire un futuro roseo alle cinque figlie trovando loro un buon partito. Il padre, intelligente, sarcastico e dal carattere pacato, ha un ruolo secondario. Le figure dei vari corteggiatori si alternano per tutto il libro il cui titolo richiama i caratteri principali che emergono dalle pagine: l'orgoglio, della madre che vuole il meglio per le proprie figlie, ma soprattutto quello forte del ricco Sig. Darcy, che nega anche a se stesso la verità dei suoi sentimenti pur di non mischiarsi con una classe inferiore alla sua e allontana da questo rischio anche l'amico Bingley.

"Ho lottato invano. Non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami."

Il pregiudizio tocca molti personaggi, ma in modo particolare la seconda delle sorelle Bennet, l'intelligente e razionale Elizabeth, per colpa del quale costruisce un'immagine distorta del Sig. Darcy.

Tanti personaggi, molto diversi tra loro, una scrittura non immediata e la lettura procedeva lenta al punto che intorno alle prime cento pagine, scoraggiata, ho chiesto aiuto  alle amiche de La locanda dei libri: abbandonare il libro o dargli una nuova possibilità? Con il loro entusiasmo mi hanno convinta a non arrendermi e a dedicargli qualche altra pagina. La storia ha finalmente iniziato a coinvolgermi e la curiosità di conoscere il finale mi ha portata alla conclusione senza più alcuna esitazione ed interruzione.

Di solito di un libro si cita il personaggio preferito, ma di Orgoglio e pregiudizio non dimenticherò facilmente i due che mi hanno colpita in senso negativo: la già citata Sig.ra Bennet, pettegola, arrivista e ostinata, con i suoi atteggiamenti mette spesso in imbarazzo le figlie maggiori e il Sig. Collins, cugino del Sig. Bennet dal quale erediterà tutti suoi averi, che non perde occasione di manifestare la sua superbia. Le espressioni che usa nelle sue lettere sono irritanti.

Non sono ancora in grado di schierarmi tra i sostenitori o i non sostenitori della Austen, quel che è certo è che rileggerò questo romanzo per avere un'opinione più definita della prima parte.

domenica 12 ottobre 2014

VisitiAmo: Una delle città più antiche del mondo - Matera

Sulla strada del ritorno dalle vacanze estive in Puglia forte è stato il desiderio di deviare il percorso per immergersi nel paesaggio collinare materano fino a raggiungere la città.

Delizioso l'insieme che appare lasciando la parte nuova della città e sbucando in Piazza Pascoli

Matera capitale europea cultura 2019

 ma ancora più suggestiva la visione d'insieme sulla parte storica
che appare dal belvedere della stessa piazza.

Matera capitale europea cultura 2019

Definita come una delle città più antiche del mondo Matera attira oggi numerosi visitatori grazie all'unicità del suo centro storico: i Sassi, gli antichi nuclei abitativi, riconosciuti dall'Unesco patrimonio dell'umanità.

Matera capitale europea cultura 2019

Matera capitale europea cultura 2019

I Sassi sono i rioni principali, il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso, caratterizzati da agglomerati di case scavate nel tufo a ridosso del torrente Gravina. Intorno si intravede il Parco della Murgia Materana, ricco di grotte e chiese rupestri a testimonianza della vita preistorica.

Murgia e gravina Matera

Sassi Murgia Materana Gravina

Il modo migliore per visitare il centro storico è perdersi nei suoi vicoli, nel sali e scendi di scalinate, tra una chiesa e le numerose case-grotte oggi adibite a museo che rendono bene l'idea della povertà e delle impietose condizioni igienico-sanitarie in cui si viveva agli inizi del Novecento e fino alla metà degli anni Cinquanta, quando il clamore suscitato dalla pubblicazione del libro Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi portò il governo ad interessarsi della problematica emanando il decreto volto allo sfollamento dei Sassi.

Casa-grotta Matera Sassi

chiesa Matera capitale cultura 2019

Campanile Matera SassiDettagli Matera case balconi

"Eravamo intanto arrivati al fondo della buca, a Santa Maria de Idris, che è una bella chiesetta barocca, e alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. Di lì sembra quasi una città vera. Le facciate di tutte le grotte, che sembrano case, bianche e allineate, pareva mi guardassero, coi buchi delle porte, come neri occhi. E' davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante." (Cristo si è fermato a Eboli - Carlo Levi)

Matera casa passeggiando


dettagli Matera Basilicata capitale europea cultura 2019

Chiesa Matera Basilicata Sassi

Passeggiando l'attenzione viene richiamata dai chiassosi fischi del cuccù, il colorato fischietto, che nella classica forma di gallo stilizzato rappresenta un simbolo della tradizione materana, dal forte significato scaramantico: veniva murato nei camini e posto sulle culle dei neonati non ancora battezzati per allontanare gli spiriti maligni, donato ai figli maschi come augurio di futura felicità, ma anche usato come promessa d'amore. Fischietti coloratissimi, dalle forme e dimensioni più disparate si trovano in ogni negozio di souvenir e sulle bancarelle che si incrociano nei vicoli, per la gioia dei più piccoli.

Dettagli Matera Sassi Basilicata


Scalinata scale gradini Matera Sassi

scorsi dettagli Matera vista Sassi

Matera Sassi veduta Basilicata

Arco Matera Basilicata capitale europea cultura 2019

Dopo tanto camminare è impossibile cercare di ignorare il richiamo dei profumi provenienti dalle finestre delle cucine. La gastronomia materana è ricca di prodotti sfiziosi dalle zucche di cereali e legumi, al pane di Matera cotto, come vuole la tradizione, nel forno a legna, e ancora lumache cucinate nei più svariati modi e la pasta fresca.

Orecchiette pasta fresca pomodoro puglia cucina

Amore Matera Basilicata Vacanze

sabato 11 ottobre 2014

LeggiAmo: Cristo si è fermato a Eboli

Ci sono libri che mi hanno fatto viaggiare con l'immaginazione e permesso di scoprire posti che forse non avrò mai il piacere di visitare, ce ne sono altri che mi hanno quasi costretta a recarmi in un luogo talmente era forte il desiderio di poterlo vivere di persona e poi c'è

Cristo si è fermato a Eboli
Carlo Levi
Einaudi

che ho voluto leggere dopo averne più volte sentito parlare nel corso della mia visita alla pittoresca città di Matera.

Carlo Levi Matera Basilica libro

Un racconto autobiografico dei due anni trascorsi dall'autore, alla metà degli anni Trenta, al confino in Lucania, tra i paesi di Grassano e Aliano (nel libro Agliano), in provincia di Matera, una terra povera al punto da essere definita "dimenticata da Dio". Il titolo riassume perfettamente il messaggio ricorrente del libro: il problema meridionale, non solo una denuncia, ma anche il racconto di una vita, quasi rassegnata, di chi vi abita.
Eboli è un paese in provincia di Salerno, dove la strada e il treno abbandonano la costa e il mare per addentrarsi nelle desolate terre di Lucania, dove gli abitanti non si ritengono cristiani (espressione con cui da queste parti ci si riferisce agli uomini), ma bestie. Eboli rappresenta quindi una sorta di confine tra due mondi così diversi seppur facenti parte dello stesso Paese.

Una descrizione meticolosa, ma mai noiosa, ci permette di conoscere persone, luoghi e avvenimenti, spesso attraverso il racconto di storie, credenze, leggende e superstizioni tipiche di una civiltà prettamente contadina che vive nell'incubo della malaria. Levi con i suoi ricordi, precisi nonostante il libro sia stato scritto circa una decina di anni dopo, suscita forti emozioni. Forte è il contrasto tra la sua figura di medico e persona colta con quella del mondo arcaico nel quale si ritrova costretto a vivere. La sua intelligenza traspare in continuazione: dal sapere adattarsi alla nuova condizione alla voglia di conoscere le persone e non limitarsi ai giudizi ricevuti; inoltre non scrive mai una parola di troppo contro il regime che l'ha condannato.
Come gli abitanti di Agliano, anche io avrei voluto che Levi al termine del confino non fosse salito sul treno per tornare a casa, per poter conoscere altri fatti e altre persone povere economicamente, ma ricche di valori

"...trovava posto anche nel suo animo quella che è la virtù prima e antichissima di queste terre: l'ospitalità; la virtù per cui i contadini aprono la porta all'ignoto forestiero, senza chiedergli il suo nome, e lo invitano a mangiare il loro scarso pane; di cui tutti i paesi si contendono la palma, fieri ognuno di essere il più amichevole e aperto al viandante straniero, che, forse, è un dio travestito."

martedì 9 settembre 2014

LeggiAmo (un autore sudamericano): Il manoscritto ritrovato ad Accra

Fino a quando il tempo lo permetterà le mie letture continueranno all'aperto, immersa nella natura. A piedi scalzi sull'erba appena tagliata ho ritrovato, dopo alcuni anni, la scrittura di Coelho.

Il manoscritto ritrovato ad Accra
Paulo Coelho
Bompiani

Il manoscritto ritrovato ad Accra - Lara - http://ilgustoproibitodellozenzero.blogspot.it/

Poche pagine che attraversano i temi più importanti della vita e forniscono per ognuno una serie di insegnamenti. Il fil rouge è il nobile sentimento dell'amore.

Una scrittura semplice che alterna pezzi degni di essere annotati ad altri - troppi - banali, veri e propri luoghi comuni

"La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere nella polvere. Soltanto chi desiste è sconfitto. Tutti gli altri possono dirsi vittoriosi."

"E il tempo cesserà di esistere. Poichè nella terra del piacere che nasce dall'amore autentico tutto è eterno ed infinito."

La tentazione di abbandonarlo dopo i primi capitoli è stata forte, poi la brevità del libro e il ritrovamento di citazioni che si rispecchiano con il mio modo di vivere l'amore

"Senza la solitudine, l'Amore non può rimanere a lungo nella vita di una persona. Poichè l'Amore necessita di distacco e di riposo, in modo da poter vagare nei cieli e manifestarsi in altre forme."

mi hanno spinta a terminarlo.
Da una vera e propria spiegazione sul modo di affrontare la vita

"Perché la gioia è contagiosa e riesce sempre a scovare una soluzione, laddove la logica si è limitata a fornire una spiegazione per l'errore."

ad un'altra

"Più il cuore si avvicina alla semplicità, più è a capace di amare liberamente e profondamente senza riserve né paure."

Coelho ci pone di fronte all'unica certezza che ci riserva il futuro

"l'Indesiderata delle Genti"

che senza preavviso ci inviterà a seguirla in quel viaggio che non vogliamo compiere, ma dal quale non possiamo sottrarci. Sarà in quel momento che rivedremo in un lampo il nostro passato e ne faremo il bilancio e risponderemo all'inevitabile domanda

"Avrò amato abbastanza?"

mercoledì 3 settembre 2014

LeggiAmo: Un bel sogno d'amore

Sulle sponde del lago d'Iseo illuminato dalla luce di un tramonto di fine estate, mi sono immersa nella lettura di

Un bel sogno d'amore
Andrea Vitali
Garzanti

Sarnico, Lago d'Iseo - Lara - Il gusto proibito dello zenzero

L'ambientazione del romanzo, tipica di Vitali, mi riporta ad un altro lago, quello di Como, nel paese di Bellano. Siamo agli inizi degli anni Settanta quando l'annuncio della proiezione del film Ultimo tango a Parigi scuote la tranquillità degli abitanti del paese dividendoli in due fazioni: favorevoli e contrari. Della prima fa parte anche Adelaide che, per nulla intenzionata a perdersi la visione della pellicola, obbliga l'eterno indeciso fidanzato Alfredo ad una scelta: andare con lei al cinema nonostante il parere sfavorevole della madre o correre il rischio di lasciarla andare da sola o meglio con un altro accompagnatore, ad esempio quel combina guai del bel Ernesto. Il film scivola quindi in secondo piano fino a scomparire presto dal resto della narrazione per lasciare spazio ad un rocambolesco susseguirsi di fatti, rincorrersi di pettegolezzi, sentimenti e di buffi personaggi, di fronte ai quali è impossibile non lasciarsi sfuggire un sorriso.
Rispetto ad un altro romanzo letto dello stesso autore questo l'ho trovato meno scorrevole, forse per il modo di costruire le frasi. Aiuta nel proseguimento l'abilità dello scrittore nel chiudere i brevi capitoli, che si alternano da una storia all'altra, lasciandoti con la curiosità di scoprirne il seguito.
Il finale, ancora una volta, è inaspettato.

lunedì 25 agosto 2014

LeggiAmo (in vacanza): L'isola sotto il mare

Torno dalle vacanze con il piacere di aver conosciuto una nuova autrice grazie a

L'isola sotto il mare
Isabel Allende
Feltrinelli


L'isola sotto il mare è stato il mio compagno di viaggio durante le vacanze pugliesi: la mattina appena sveglia mentre dalla terrazza del B&B dove alloggiavo osservavo i pescatori rientrare con le loro barche, nelle lunghe e cocenti giornate in spiaggia, fino al tramonto del sole dietro la baia.



Un romanzo denso di personaggi, di storia vera, di racconti che si intrecciano tra loro, un tema forte - quello della schiavitù - per questo l'ideale è leggerlo quando la testa è svuotata dai pensieri frenetici del resto dell'anno.
L'autrice ci porta in un viaggio indietro nel tempo, tra i Caraibi e la Louisiana della seconda metà del Settecento e il primo decennio dell'Ottocento, dominato da padroni europei violenti e da schiavi pervasi da un desiderio sempre più forte di libertà.
L'odore della libertà trasuda da ogni capitolo, insieme a quello della fatica del lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero, del sangue e del fumo delle rivolte, gli aromi delle feste, ma anche il tenero profumo dei neonati frutto di notti di passione o di violenza.
Protagonista, eroina e per alcuni capitoli anche narratrice è Zarité Zedella, affettuosamente chiamata Teté, giovane schiava acquistata a soli 9 anni da un francese proprietario di una piantagione affinché svolga i lavori di casa. Perdersi nella musica attraverso la danza è la prima forma di evasione e di libertà che conosce, quando ancora non sapeva camminare.

"Balla, balla, Zarité, perchè lo schiavo che balla è libero...finché balla" mi diceva.
E io ho sempre ballato"

La scrittura di Allende è scorrevole al punto da tenermi incollata alle pagine e da isolarmi da ciò che mi circondava, ma grazie ai brevi capitoli potevo lasciarlo sul bagnasciuga per concedermi un tuffo rinfrescante e riprenderlo senza difficoltà.

"Camminando e camminando per il mondo si consolerà poco alla volta e un giorno, quando la stanchezza gli impedirà di compiere un altro passo, si renderà conto che non si può scappare dal dolore; bisogna imparare a portarlo dentro di sé, perché non sia d'impaccio."

domenica 3 agosto 2014

LeggiAmo: I fantasmi di pietra

Da tempo presente nella mia libreria, iniziato e poi abbandonato,
è finalmente arrivato il momento giusto per

I fantasmi di pietra
Mauro Corona
Oscar Mondadori


9 ottobre 1963
A causa della costruzione della diga del Vajont un'enorme frana si stacca dalle pendici del monte Toc e precipita nel lago artificiale generando un'ondata immane che travolge i paesi sottostanti.
Il disastro del Vajont costò la vita ad oltre 1900 persone.


Mauro Corona in questo suo libro ci racconta del suo paese, Erto, andato in gran parte distrutto in quella notte maledetta. L'autore vaga per le vie del paese, suddividendolo in quattro parti e, percorrendone una per ogni stagione, ci propone spezzoni di vita attuale che si mescolano ai ricordi del passato. Ad ogni passo una casa crollata, una ristrutturata, una chiesa, un laboratorio, una stalla o un'osteria suscitano immagini ed emozioni, proposti sotto forma di brevi racconti più o meno legati gli uni agli altri. Storie di intere famiglie che hanno perso la vita nel disastro, di sopravvissuti che hanno abbandonato per sempre il paese e di pochi temerari che hanno trovato la forza di ricostruire e continuare a vivere in un paese pressoché deserto.

Attraverso storie vere, scherzi più o meno divertenti, leggende, alcune macabre, e descrizioni colme di aggettivi l'autore ci porta con lui in queste contrade e sembra quasi di aver incontrato veramente le persone, di aver annusato gli odori (del fieno, del letame, del vino...) di aver scivolato sulla neve con quei bambini felici e di essere stati nelle botteghe degli artigiani ad assistere al loro meticoloso lavoro di scultura del legno o di realizzazione degli attrezzi per il lavoro nei campi e nei boschi.

Un libro che mi ha emozionato molto e mi ha fatto ricordare i paesi, semplici e contadini, e i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza dei miei genitori. Mi è piaciuto molto il modo di scrivere di Corona e il suo saper coinvolgere il lettore, anche se sul finale ho trovato le storie e i personaggi simili tra loro, quasi ripetitivi.

"Non abitano più la casa dell'altalena. Sono sparsi per il mondo, in cerca di un pezzo di pane. Montagna avara, paese ripido, patria ingrata non offrivano altro che fatiche. Di sicuro non sanno che la loro altalena sta ancora attaccata al melo con un braccio spezzato, ma è sempre là, nel cortile, che li aspetta. Stranamente in quel luogo è rimasto tutto uguale. Tranne la porta fusa nella terra e l'altalena mutilata, il resto è come un tempo, come se non fossero passati tanti anni, come se il ghiaccio avesse congelato la casa per riconsegnarla un giorno a quei bambini finiti in giro per il mondo."

"La casa ha voluto resistere, non ha ceduto ai colpi del tempo né alla sfortuna. E' rimasta in piedi a dispetto di quelle attorno, che sono crollate. Pare voglia dirci che l'amore semplice, pulito, ingenuo, può sostenere anche le pietre scosse dei terremoti."

martedì 10 giugno 2014

LeggiAmo. Passione: Viaggiare - La guida turistica. VisitiAmo: Bologna

Adoro viaggiare e visitare nuovi luoghi, per la categoria "passione" ho quindi scelto una guida turistica.
Se per vedere il mondo non basta una vita perché non godersi a pieno le (poche) località che si ha l'opportunità di visitare?
Non parto mai senza una guida nella valigia, o meglio nella borsa, in modo da poterla consultare con facilità all'occorrenza e per non rischiare di perdermi le attrazioni principali, pur lasciando sempre un adeguato spazio al mio istinto e a quello dei miei compagni di viaggio, per vivere una città e non limitarsi soltanto a visitarla.

Complice l'organizzazione di un week-end con un'amica, l'ultima guida consultata è

Bologna
Portici, torri e palazzi illustri
osterie, botteghe e mercati
i colli e il Santuario di San Luca
Touring Editore


La guida si articola in tre parti principali: la prima dedicata alle informazioni utili per la buona organizzazione del viaggio, la seconda alle informazioni storico/culturali e la terza, nonché più corposa, riservata alla visita vera e propria, suddivisa in sette itinerari.

Nel medioevo, con le sue decine di torri, Bologna doveva apparire come New York: sviluppata in verticale, da guardare con il naso all'insù.




Per cambiare prospettiva è sufficiente salire i quasi 500 gradini della stretta scala di legno a spirale della torre degli Asinelli e godere di una splendida vista sulla città e buona parte della provincia.



I portici, che si snodano per circa 60 chilometri, sono l'elemento architettonico che rende unica Bologna a livello mondiale. Permettono al turista di visitare la città senza troppe difficoltà anche in caso di pioggia. Inizialmente realizzati in legno, sono stati via via sostituiti dai mattoni e dalla pietra, passeggiando tra le vie non vi sarà comunque difficile scorgere qualche rimanenza di portici con colonnato ligneo.



Innumerevoli sono le architetture di carattere religioso: dalla  Basilica di San Petronio, patrono della città, che domina Piazza Maggiore con la sua facciata incompiuta, alle "sette" chiese di Santo Stefano, passando per la chiesa di San Francesco, che spicca per la sua abside di impronta gotica, fino alla cattedrale di San Pietro o all'imponente chiesa del Sacro Cuore.




Allegato alla guida, l'utile fascicoletto "Bologna informazioni pratiche" fornisce una serie di indicazioni e indirizzi su dove dormire e mangiare e su spettacoli ed eventi.

La scelta di ristoranti e gastronomie è talmente ampia che basterà lasciarsi guidare dall'olfatto per assaporare i migliori piatti della trazione, che hanno valso a Bologna il titolo di città "grassa", oltre che "dotta" per la presenza dell'antica università.


Dopo aver gustato un ottimo pranzo vi basteranno pochi minuti per abbandonare il caos della città e godere della tranquillità e del verde dei colli, come quello dove sorge il celebre santuario della Madonna di San Luca.


"La bellezza di Bologna non si pensa, ma si respira, si assorbe, si fa commestibile. Per dirla nel gergo di Freud, andare a Bologna è un pò come rientrare nel caldo del grembo materno"