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sabato 8 agosto 2020

Alla (ri)scoperta della Lombardia: Panchine con vista

Pare che farsi immortalare su di una panchina gigante con vista sul lago d'Iseo sia una delle cose da fare assolutamente nell'estate 2020. Potevo quindi non avere una foto (leggasi servizio fotografico) che mi ritraesse in veste lillipuziana?

Big bench, panchina gigante, lago d'iseo, visit lake iseo, iseo

Un anno fa avevo deciso che il primo giorno d'estate del 2020 l'avrei passato al mare, ma non avevo considerato tra i possibili imprevisti lo scoppio di una pandemia. Quindi eccomi ad inaugurare questa pazza estate con una straordinaria vista sul mio amato lago d'Iseo.

Sono seduta su una delle grandi panchine, idea del designer americano Chris Bangle che realizzò la prima nel 2010 a Clavesana, nelle Langhe, paese dove vive con la moglie.
L'idea originale è rappresentata non dalla realizzazione in sè, ma dalla scelta di posizionarla in un punto panoramico in modo che chi vi salga possa meravigliarsi, come fanno i bambini, del paesaggio. Le dimensioni (2 metri e mezzo di altezza per oltre 3 metri di larghezza e ben 350 kg) inoltre permettono di renderla fruibile a più persone contemporaneamente, per emozionarsi con la propria famiglia o gli amici.

Big bench, panchina gigante, lago d'iseo, visit lake iseo, iseo

Il successo dell'installazione ha spinto il designer a fondare con la moglie il BIG BENCH COMMUNITY PROJECT (BBCP), con l'intento di promuovere le realtà artigianali e il turismo delle località in cui sorgono. Il progetto prevede la fornitura gratuita da parte dell'artista dei disegni e delle indicazioni per realizzare la panchina, a condizione che venga posizionata in un punto panoramico, sempre accessibile gratuitamente a chiunque.

Philippe Daverio avebbe sicuramente citato questa attrazione nel suo libro La buona strada se non fosse che in Lombardia è arrivata solo da pochissimi anni. Oggi il progetto ha visto prendere forma ben 110 panchine (ma il numero è in continua crescita), principalmente tra Piemonte e Lombardia.

Big bench, panchina gigante, lago d'iseo, visit lake iseo, iseo

Come tenere traccia di tutte le panchine visitate? Oltre ad un nutrito archivio fotografico (la mia opzione) è possibile collezionare i timbri personalizzati di ogni località sul passaporto della BBCP.


Le panchine con vista meta della mia escursione di inizio estate sono quelle di Pilzone d'Iseo, la mia prefererita, e di Sale Marasino.

Un ampio parcheggio gratuito permette di lasciare comodamente l'auto e di incamminarsi attraverso il borgo di Pilzone per raggiungere la strada mulattiera che sale, con una pendenza costante, fino all'eremo di San Fermo (489 m). 30 minuti di salita in mezzo al bosco, quindi ben ombreggiata, con qualche scorcio sul lago. L'eremo è costituito da una chiesetta che si affaccia su di un grande prato e, in posizione distaccata, dal campanile.

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Oltre il prato appare una piccola, ma funzionale area pic-nic con tavoli protetti dalle intemperie, sul lato opposto svetta il tricolore e un'imponente panchina verde. Avvicinandosi, o ancor meglio salendo sulla panchina, grazie ad una straordinaria giornata limpida si gode di una vista che lascia senza parole, sul basso lago a sinistra e su Monte Isola a destra.

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Giallo è invece il colore che è stato scelto per l'installazione di Maspiano, località di Sale Marasino, meta della seconda parte della mia escursione. All'imbocco del sentiero che con una salita di dieci minuti in mezzo al bosco conduce alla panchina, i più fortunati possono trovare posto per due o tre automobili; altri parcheggi si possono improvvisare lungo la strada (stretta in alcuni tratti). In alternativa è possibile usufruire di parcheggi dedicati (ampi, gratuiti e ben segnalati) prima di arrivare al borgo, mettendo in conto una camminata di 20/30 minuti sull'asfalto e sotto al sole per raggiungere il sentiero. L'affaccio è su un lato di Monte Isola e sull'alto lago d'Iseo.

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Quale sarà la prossima panchina gigante sulla quale salirò?

lunedì 20 luglio 2020

Alla (ri)scoperta della Lombardia: La buona strada

La pandemia ci ha fatto rinchiudere nel cassetto i sogni di viaggi esotici, limitando i nostri confini, ma oltre ad imporci nuove abitudini ha aperto i nostri occhi sulle meraviglie che ci circondano, luoghi spesso sconosciuti anche se a pochi passi da casa.

A supportare la causa il mio zaino da escursionista quest'estate si è arricchito di gel igienizzante, mascherina, ma soprattutto del volume di un critico d'arte

La buona strada
127 passeggiate d'autore a Milano, in Lombardia e dintorni
Philippe Daverio
Rizzoli

Philippe Daverio, Alla riscoperta della Lombardia, Lombardia, viaggi

Pubblicato nel 2015, in occasione di Expo, con l'intento di far conoscere le bellezze più o meno note di Milano e delle altre città lombarde, l'ho rispolverato nelle ultime settimane quando grazie all'allentamento del lockdown siamo usciti dalle quattro mura di casa, ma senza poter varcare i confini regionali.

Dopo il piacere iniziale di aver riabbracciato i propri luoghi del cuore, lo spirito da viaggiatore necessitava però di essere nutrito di novità.

Nonostante mi consideri una buona conoscitrice di Bergamo e provincia, La buona strada mi ha dimostrato che ci sono tesori, come il Polittico di San Martino a Treviglio, che non ho ancora visto di persona e luoghi, come Romano di Lombardia, che identificavo solo nel castello visconteo (tra l'altro visto una volta sola e da fuori). La mia lista di cose ancora da vedere si allunga notevolmente quando si parla del capoluogo e delle altre province lombarde.

Il volume offre spunti interessanti per la scelta delle gite da fare in questa estate per chi, come me, non sa ancora se uscirà dai confini della regione o per chi, pur venendo da fuori Lombardia, conosce già le principali attrazioni ed è alla ricerca di chicche. Il resto lo faranno l'attenzione ai cartelli di colore marrone che ignoriamo sistematicamente sulle strade che percorriamo (alcune anche ogni giorno), l'attività delle associazioni di promozione turistica, il passaparola nella nuova forma di condivisione di immagini, utilizzo di hashtag e geolocalizzazione sui social, ma soprattutto una buona dose di curiosità.


Vi lascio un indizio sulla prossima scoperta lombarda di cui vi parlerò

La buona strada; Philippe Daverio; Panchina Gigante; Big bench; Sale Marasino; Lago d'Iseo

domenica 14 febbraio 2016

Cosa si ottiene cucinando fiori e piante dal potere magico? Il profumo del pane alla lavanda

Prendere parte ad un gruppo o ad una sfida di lettura significa anche essere attratti dai libri letti dai compagni e correre in libreria per poterli aggiungere alle nostre prossime letture.
Questo è esattamente quello che mi è successo quando in Locanda ho letto commenti entusiasti su

Il profumo del pane alla lavanda
Sarah Addison Allen
Sonzogno editore

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Subito la mente è volata all'estate e ai campi di lavanda della Provenza, al profumo inebriante che si diffonde tra le sue stradine, al frinire dei grilli e ai tramonti infuocati.

lavanda provenza estate viola francia

tramonto, sera, provenza, sole


Non ho saputo resistere e poco dopo il libro faceva bella mostra di sé sul mio comodino, salvo poi scoprire, dopo poche pagine, che non è ambientato in Francia, ma nella cittadina di Bascom, in Florida, e che la lavanda non è l'unico fiore protagonista di questo magico romanzo.

Impossibile non restare affascinati da Claire, una giovane donna che ha ereditato dalla nonna materna la capacità di coltivare e riconoscere i poteri magici delle piante e dei fiori che crescono nel suo giardino, e di amalgamarli in cucina con i più svariati ingredienti per dare vita a gustosi piatti. Per queste doti, quasi di stregoneria, lei e la sua famiglia sono da sempre definite "strane" dai loro concittadini, che non riescono però a fare a meno di rivolgersi al suo catering per l'organizzazione di cene importanti.
Accanto alla sua figura ruota quella deliziosa di Evanelle, un'anziana parente di Claire, forse una lontana cugina. A conferma della stranezza delle donne della famiglia Waverley, la donna spesso è spinta da un bisogno impellente di consegnare un determinato dono ad uno degli abitanti di Bascom, apparentemente inutile, lo stesso si rivela sempre indispensabile nel momento meno aspettato.
Dopo aver lasciato la casa della nonna a diciotto anni, facendo perdere le sue tracce, Sidney irrompe improvvisamente nella quotidianità della sorella Claire con la figlia Bay e mette in subbuglio la cittadina scatenando gelosie e risvegliando vecchi amori.
In un romanzo predominato dalle figure femminili c'è spazio anche per la componente maschile. Fred vede scivolargli tra le mani la lunga storia d'amore vissuta con il compagno, si sente perso senza di lui, e spera che i poteri magici di Claire prima ed Evanelle poi, lo aiutino a recuperare il rapporto. Il professor Tyler, nuovo vicino di casa Waverley, riuscirà a rompere il guscio protettivo che Claire ha costruito negli anni intorno al suo cuore? Henry supererà la timidezza che lo pervade da sempre quando incontra Sidney? E la donna potrà mai dimenticare il suo turbolento passato?

"Talvolta, quando si sta per tanto tempo con qualcuno, ci si mette in testa che le cose in passato andassero meglio, anche se così non è. I ricordi, pure quelli brutti, più invecchiano più diventano morbidi come pesche mature."

"L'amore fa sempre male, e questo già lo sai, ma ne vale sempre la pena"

"Bay voleva che Henry entrasse nella loro vita, anche se non sapeva spiegarsi il perchè. Come quando desideri che il sabato ci sia il sole, o che per colazione ci siano i pancakes. Sono cose che semplicemente ti fanno stare bene."

La maggior parte delle volte che ho iniziato un libro con così alte aspettative ne sono rimasta delusa, ma Il profumo del pane alla lavanda non le ha tradite. Un romanzo di quelli che piacciono a me, che si leggono in poco tempo perché è difficile staccarsi dalle sue pagine. Un'autrice che dissemina la scrittura di elementi di per sé insignificanti, ma che nelle pagine successive si rivelano oggetti chiave e ti ritrovi a sorridere per la sua straordinaria abilità. Intreccia con maestria le vite dei personaggi, senza trascurare i dettagli e il risultato è una storia emozionante e coinvolgente.

E per chi come Claire vuole trasmettere a qualcuno un messaggio attraverso la cucina, per timidezza o per mancanza di coraggio, o semplicemente per farlo in modo originale, sul fondo del libro è presente il ricettario delle Waverley nel quale ad ogni fiore corrisponde il relativo potere.

Quale migliore occasione di San Valentino per cucinare con i fiori?
Io scelgo un petalo di rosa: incoraggia l'amore.




Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally

domenica 20 settembre 2015

VisitiAmo: Festa di Santa Croce a Monte Isola

Nella suggestiva cornice dei borghi medievali di Carzano e di Novale di Monte Isola, l'isola lacustre più grande d'Europa, immersa nel lago d'Iseo, ogni cinque anni si assiste ad una straordinaria fioritura settembrina. Strade, scalinate, pontili e case si riempiono di centinaia di fiori colorati, di diverse varietà, rigorosamente di carta e fatti a mano dagli abitanti delle due località per celebrare la festa di Santa Croce.


La festa è nata come voto fatto dagli abitanti alla Santissima Croce per invocare la fine dell'epidemia di colera che, nella prima metà dell'800, colpì duramente i paesi affacciati sul lago d'Iseo registrando il maggior numero di decessi proprio nei due borghi. Con l'improvvisa scomparsa del contagio si iniziò a celebrare la festa con cadenza quinquennale, con l'intento di renderla più bella ad ogni edizione.


 



Inizialmente la produzione riguardava solo le rose, che divennero così il simbolo della festa, oggi invece gli abitanti fanno a gara per realizzare i fiori più svariati (ciclamini, glicine, margherite, viole, campanelle e molti altri) e curati al punto che chi li guarda, scambiandoli per veri, spesso li annusa.








Il paese viene allestito con archi fatti con rami di pino sui quali, poco prima dell'inizio della festa, vengono messi i fiori. La preparazione di ogni fiore richiede molto tempo e precisione, la tecnica di produzione si tramanda di generazione in generazione. Fiori veri a volte vengono staccati dalle loro piante per essere sostituiti con quelli di carta pesta, ma è quasi impossibile notarne la differenza, come nel caso di questi ciclamini


Una spruzzata di glitter rende le decorazioni ancora più preziose



Con il calare della sera si accendono le lucine bianche collocate sugli archi che accolgono i fiori, le luminarie che delimitano l'intera chiesa e i borghi vengono avvolti da un'atmosfera ancora più magica






Grazie al traghetto che lo collega a Sale Marasino, sulla sponda bresciana del lago, Carzano è raggiungibile in pochi minuti di navigazione.

Dopo il sali e scendi per le stradine dei borghi e dopo esservi riempiti gli occhi di colori, è il momento di gustare anche qualche prodotto tipico. Tra le specialità culinarie vi è il salame di Montisola, prodotto rispettando rigorosamente il rituale tramandato di generazione in generazione: la carne non viene macinata, ma tagliata a mano con il coltello e, dopo essere stata insaccata, la fase di affumicatura avviene in una cantina con i muri in pietra, dove un camino sempre acceso garantisce una temperatura costante. Gli amanti del pesce non potranno non provare le sardine del lago d'Iseo, rigorosamente accompagnate dalla polenta.

La festa di Santa Croce, iniziata sotto una pioggia che faceva poco sperare, ha in seguito beneficiato di soleggiate e calde giornate di fine estate, e si concluderà questa sera con lo spettacolo pirotecnico sul lago, i visitatori lasceranno l'isola e gli abitanti riprenderanno la produzione di fiori per la prossima edizione.


sabato 18 aprile 2015

Il libro in viaggio

E' quasi trascorso un anno dall'iniziativa di Rossella di far viaggiare un libro da una parte all'altra dell'Italia, e in una tappa anche oltralpe, raccogliendo le impressioni e le emozioni dei suoi lettori.

Il Profumo del Sud
Linda Bertasi
Butterfly Edizioni

romanzo Linda Bertasi Genova America libro in viaggio

Come nei migliori viaggi il libro è partito con un bagaglio leggero: un augurio dell'autrice e quello dell'organizzatrice sulla prima pagina, un taccuino come diario di bordo e un segnalibro per ogni lettrice a ricordo dell'esperienza.

La neve scesa su Bergamo a inizio febbraio ha allungato le distanze tra me e Michela, accrescendo la curiosità e il desiderio di stringere tra le mani la busta.

Pagine al profumo di fragole e gelsomino sono racchiuse in una copertina dai toni caldi. Un inizio di lettura lento, un capitolo alla volta per conoscere a poco a poco i protagonisti fino a quando le pagine hanno iniziato a scorrere una dopo l'altra impedendomi di richiuderle, spinta dal bisogno di sapere cosa sarebbe successo nelle righe successive. Il romanzo è ambientato nell'Ottocento, ci porta dall'Italia al Nuovo Mondo a bordo di un piroscafo, dalla vecchia Anita dagli"occhi scuri e profondi: due perle di inchiostro su una pergamena d'alabastro", in crisi d'identità e quindi in fuga dal suo passato, alla passionale Isabella, carica di un coraggio che le ho invidiato. Si parla di un viaggio della speranza, della nascita di una profonda amicizia tra due donne, ma anche di un grande amore messo alla prova dalla guerra civile, il tutto ambientato in paesaggi pittoreschi fatti di bianche colline. Linda ha uno straordinario modo di scrivere ricco di descrizioni, ma scorrevole e al tempo stesso coinvolgente, in grado di lasciarti con il fiato sospeso quando meno te lo aspetti.

Prima di questa occasione per me i libri vissuti erano quelli presi in prestito dalla biblioteca, letti da centinaia di lettori, un pò ingialliti, ma senza note a margine nè post-it colorati. Quella del libro in viaggio è stata quindi una straordinaria esperienza di sottolineature, commenti e condivisione.

Richiudo la valigia che in questi mesi si è riempita di cartoline delle città che ha attraversato, segnalibri e fiumi di inchiostro colorato che hanno riempito il taccuino, ma anche le pagine del libro.

Il profumo del Sud è pronto a ripartire per la prossima tappa.


Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano
ne leggono solo una pagina - Sant'Agostino

venerdì 2 gennaio 2015

VisitiAmo: Giorni di Natale a Bergamo Alta

Una storia vera, tutta da camminare
è il motto delle festività natalizie del centro storico più bello che ci sia, quello di Bergamo.

campanone basilica piazza vecchia bergamo alta

Corsarola via colleoni decorazioni natale bergamo

illuminazioni corsarola via colleoni natale

Grazie all'impegno dei suoi commercianti e dei suoi abitanti Città Alta si è svegliata dal suo torpore e ha messo il miglior vestito per accogliere bergamaschi e non tra le sue mura.

decorazioni natale notte bianca bergamo

Natale luci inverno bergamo città alta

luci notte bianca città alta bergamo natale

Un vestito fatto di decorazioni luminose che uniscono da un lato all'altro la via principale, la Corsarola, e tutto il suo reticolo di stradine
di finestre lasciate aperte nelle case per invitare i passanti a guardare all'interno e scorgere gli alberelli luccicanti
di vetrine vestite a festa e di cucine dei ristoranti che hanno traslocato in strada per offrire ai passanti i sapori tipici: polenta taragna, trippa, casoncelli, salami e formaggi innaffiati dal caldo vin brulè e alcuni meno tipici, ma comunque buonissimi come panzerotti e pizzoccheri.

pasticceria cavour bergamo città alta vetrine

decorazioni natale città alta bergamo neve

piazza mascheroni san lorenzo città alta bergamo

L'impegno dei negozianti, ma anche dei dipendenti dei musei che hanno prolungato il loro orario di apertura nelle due notti bianche per permettere la salita sul Campanone e godere dei 100 rintocchi (in realtà 148) delle 22.00 e di una vista mozzafiato sulla città bassa e parte della provincia o per lasciare ammirare gli atti di costruzione delle mura venete esposte nelle sale della biblioteca Angelo Mai.

campanone piazza vecchia fontana contarini bergamo

neve mura venete bergamo fortificazione città alta

La professionalità delle guide turistiche messa a disposizione gratuitamente per far scoprire angoli, personaggi e aneddoti pressoché sconosciuti della città. L'eccezionale apertura al pubblico dei resti archeologici romani a testimonianza dell'antichità dei suoi insediamenti.

campanone piazza mercato del fieno città alta bergamo

Artisti desiderosi di mostrare la loro arte, dalla musica di un gruppo che si sente l'erede di una famosa band irlandese ai suonatori solitari che provano a vendere il loro disco o semplicemente a raccogliere qualche moneta. Su tutti prevale però il suono tradizionale del Natale: quello delle cornamuse. La messa in scena del presepe vivente e degli antichi mestieri degli abitanti delle valli. Gli scultori che da semplici blocchi di ghiaccio forgiano una simpatica renna di Babbo Natale e la sua preziosa slitta.

zampogne zampognari città alta natale bergamoghiaccio renna intagliatore artista di strada bergamo

ghiaccio renna slitta babbo natale città alta

Ma Babbo Natale dove è? L'accogliente casetta dello scorso anno ha lasciato posto ad una grande poltrona dove l'omone dal vestito rosso e dalla lunga barba bianca accoglie sulle sue ginocchia piccoli intimiditi, ha una parola buona per i bambini cresciuti e insieme al suo elfo distribuisce colorati zuccherini anche agli adulti più scettici.

slitta doni regali natale casa di babbo natalecasa di babbo natale città alta bergamo camino calza

Infine lo spettacolo della natura che ci ha regalato fitte nebbie dalle quali emergevano solo le cime delle torri, dei campanili e delle cupole delle chiese. Alzata la nebbia un sole splendente si è riflesso sulla meridiana nel giorno del solstizio d'inverno e al calare della sera ci ha regalato infuocati tramonti. Per un'intera giornata candidi fiocchi di neve sono scesi scesi sui colli della città ricoprendola di un velo di magia che si è mantenuto a lungo grazie alle rigide temperature.

nebbia via degli orti verde città alta bergamo

porta san lorenzo mura parco dei colli bergamo

colline neve bergamo alta porta san lorenzo

porta san lorenzo neve natura bergamo alta parco dei colli

vista città alta neve inverno natale bergamo

Non vi è venuta voglia di lasciare l'auto in città bassa, prendere la funicolare o salire a piedi lungo le mura e perdervi nei vicoletti della mia città assaporandone la storia e la magia?