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sabato 22 febbraio 2014

LeggiAmo: Per dieci minuti

Non è stato proprio l'istinto, ma il continuo parlarne sul web che mi ha portato a scegliere

Per dieci minuti
Chiara Gamberale
Feltrinelli


La copertina mi ha subito trasmesso un senso di leggerezza e i commenti positivi mi hanno fatto iniziare la lettura carica di entusiasmo e tante, forse troppe, aspettative.
E' con questa sua ultima pubblicazione che ho conosciuto l'autrice, che in una sorta di biografia racconta la fine improvvisa del suo matrimonio, la perdita di un lavoro che le dava molta soddisfazione e il suo ritrovarsi sola, in una casa in città che non sente sua. Si affida alle cure di un'analista che la invita a fare un gioco: tutti i giorni del prossimo mese, per dieci minuti al giorno, dovrà provare a fare qualcosa di nuovo, mai fatto prima.
Ogni capitolo corrisponde ad un nuovo giorno, quindi ad una nuova attività: dal cucinare un piatto, per lei che non sapeva nemmeno mettere a bollire l'acqua per la pasta, al far volare delle lanterne, al prendersi cura degli altri, dal frequentare un negozio di arredamento per dare finalmente un tocco di personalità a quell'appartamento al ricamare a punto croce, imparare a guidare, ecc.

Del libro ho apprezzato molto l'idea del gioco e condivido pienamente il senso di appagamento che ti offre il fare, o almeno il provare a fare, qualcosa di nuovo, cercando di superare i propri limiti per non lasciarsi cadere nell'ovvietà.

Mi ha emozionata il capitolo dedicato all'ascolto della madre, la cui presenza, l'occuparsi prima dei problemi dei figli e del marito, viene sempre data per scontata, al punto che si stupisce quando qualcuno le chiede come sta.

Per il resto l'ho trovata una lettura semplice, a tratti quasi banale.

"Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un'occasione? Chi lo sa. Non lo sappiamo noi, che affidiamo quel qualcosa agli altri. Non lo sanno gli altri, che fanno quel qualcosa per noi"

"E' faticoso non essere a disposizione di chi amiamo, Chiara. Ma a volte ci tocca. Quella disponibilità infinita non aiuta noi e non aiuta loro."

LeggiAmo: strada bianca per i Monti del Cielo

Il tema di LeggiAmo per il mese di gennaio era il viaggio, il mio preferito.
Cercavo un libro speciale, che mi accompagnasse in un viaggio memorabile, di quelli che difficilmente avrò la possibilità di fare nella vita.

Colpita sia dalla copertina sia dal titolo ho subito capito di aver trovato il libro giusto

strada bianca per i Monti del Cielo
Mario Biondi
Ponte Alle Grazie


Mario Biondi, sulla falsa riga dell'itinerario seguito nel XIII secolo da Marco Polo, il padre e lo zio, ci accompagna nell'affascinante viaggio lungo la via della seta.
Un reticolo di circa 8000 km percorso da carovane che dall'impero cinese a quello romano e viceversa, trasportavano non solo il prezioso tessuto, ma anche una varietà di merci e di culture.
Il libro è il riassunto dei suoi innumerevoli viaggi in questi territori.
L'ho letto con  l'atlante aperto sulle ginocchia scorrendovi il dito per ricreare l'itinerario.

"Strada Bianca" è un augurio che si comincia a vedere nel cuore dell'Asia Centrale, in Uzbekistan "Ak Yol" e in Kirghizistan "Ak Jol". E' un augurio fraterno, rivolto al viaggiatore.
Esprime la cultura di colui che è viaggiatore per natura, il nomade, una cultura che si contrappone da sempre a quella dello stanziale.
Per il nomade il viaggio è "sorriso", la condizione naturale della vita.
Per essere propizia al nomade, per essere sicura, la strada doveva essere "bianca", ben tracciata e spianata dal passaggio di migliaia - milioni - di uomini e animali. Se era "bianca" garantiva una buona continuazione del viaggio e quindi della vita.

Emozionanti le descrizioni dei luoghi visitati e delle persone incontrate. Il libro mi ha coinvolto al punto che mi sembrava di sentire il freddo che ha sofferto Biondi, i profumi che ha respirato, i colori che ha visto nei vari mercati e bazar, ho avuto l'impressione di aver conosciuto personalmente i suoi autisti e di essere stata guidata da loro su strade spesso sconnesse.
Ho trovato invece poco scorrevoli e di difficile comprensione, per la mia scarsa preparazione in merito, le pagine dedicate agli avvenimenti storico-politici.

"...una testimonianza senza pari di come la passione per la conoscenza possa far affrontare con infinito coraggio e spirito di sopportazione le prove più dure."

venerdì 14 febbraio 2014

Love is in the air

Sono sempre stata abbastanza indifferente alla festa di San Valentino, ma in questi giorni l'AMORE è così prorompente nei negozi, sui social e soprattutto nei cuori di tutti che mi sono lasciata trasportare.

Quando amiamo noi stessi
viene naturale amare gli altri


Torta al limone

Ingredienti:
3 uova
150 gr di farina 00
160 gr di amido di mais
200 gr di zucchero semolato
120 ml di latte
100 ml di olio di semi
la scorza di due limoni
il succo di un limone e mezzo
40 ml di limoncello e 2 cucchiai per la decorazione
1 bustina di lievito
un pizzico di sale
40 gr di zucchero a velo

Sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere il latte, l'olio, la scorza e il succo di limone, il limoncello.
Infine unire la farina setacciata con il lievito e l'amido.
Montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale e unirli delicatamente, a cucchiaiate, al composto avendo cura di amalgamarli dal basso verso l'alto per non smontarli.
Infornare in forno caldo a 180° per 40 minuti, lasciare per alti 5 minuti nel forno spento.
Quando la torta si sarà raffreddata mescolare lo zucchero a velo con due cucchiai di limoncello, ottenendo una glassa liquida da usare per decorare la torta e inumidirla.

Servitela e diffondete l'AMORE

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Con questa ricetta partecipo al contest di
I biscotti della zia

sabato 8 febbraio 2014

LeggiAmo: Rosso Istanbul

Un altro libro "istinto", che mi ha rapita per il titolo e per la voglia di scoprire la capitale della Turchia

Rosso Istanbul
Ferzan Ozpetek
Mondadori

I più conoscono Ozpetek, regista e sceneggiatore, per le sue pellicole cinematografiche, lo ritroviamo in questa sua prima pubblicazione in veste di scrittore  in cui ci racconta, tra biografia e finzione, degli aspetti della sua vita in Turchia con qualche raffronto alla sua quotidianità in Italia.

Un libro di poche, ma intense pagine, da leggere in un paio d'ore sorseggiando del tè bollente da un bicchierie di vetro, come in Turchia, e gustando della piccola biscotteria italiana



Saliamo con l'autore sull'aereo che da Roma lo porterà a Kalamis, il quartiere di Istanbul , dove ancora oggi si trova la sua casa natale, "la villa antica e bianca". Sul velivolo poche persone, tra cui la testarda Anna. Il racconto dei loro giorni nella città turca, sempre in qualche modo collegati, si alternano con il susseguirsi dei capitoli.

E' un libro in cui si parla di amore nelle sue più svariate forme, quello prima di tutto per la propria città natale, ma anche l'amore dolce dell'autore nei confronti della madre (alla quale ha dedicato la copertina) quando la ricorda con gli occhi di bambino come una donna bionda, elegante, "dallo sguardo dolce, quasi languido", di una "bellezza malinconica e struggente", che "aveva sorrisi e gentilezze da regalare a chiunque". Un amore tenero nei confronti della stessa donna che oggi ha ottanta anni e che "scambia la gentilezza per l'amore".
L'amicizia e il primo amore, impedito dal padre, di Ozpetek per il bellissimo Yusuf.
L'affetto per un padre assente, sparito da casa prima che lui fosse abbastanza grande per ricordarlo e ricomparso una decina d'anni dopo"un uomo sempre così elegante, e sempre imprevedibile", che negli ultimi mesi di vita a suo modo fa capire al figlio di aver accettato la sua omosessualità, ma ancora una volta è incapace di chiedergli scusa.
L'amore sempre fedele di Anna al marito, ma al tempo stesso un'attrazione, un desiderio, un brivido che non andrà mai oltre, per il collaboratore.

Accompagnano la lettura i profumi dei piatti tradizionali e quello dei fiori preferiti dai personaggi: i tigli dell'autore, le eleganti calle della madre e i tulipani di Anna.

Un colore ricorre in continuazione nel racconto, lo stesso che gli dà il titolo: il rosso.
Il colore preferito nell'età anziana della madre che abbandona i colori tenui e lo sceglie per l'abbigliamento, il rossetto, ma anche per laccare le unghie; il rosso di una bomboletta che scrive sul muro di un palazzo invocando la rivoluzione; quello del sangue che scorre sul volto delle persone dopo un incidente, della bandiera della protesta, ma anche quello "intenso e vivido" del succo dei melograni spremuti in un bar a colazione. E ancora il rosso dei tramonti, dei tram e dei carrettini dei venditori ambulanti di simit (ciambelle calde ricoperte di sesamo).

"Un uomo che non sa far volare un aquilone, non riesce a far felice una donna"

"Impara dai fiori a essere paziente, ad aspettare perché i fiori lo sanno che dopo un gelido inverno arriva la primavera."

"Non c'è da avere paura dei nostri vicini di casa, o di banco, o di confine. C'è da aver paura solo dell'odio e dei pregiudizi"

"Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l'incendio che un cuore d'inverno. Ho imparato, e in questo ha ragione mia madre, che è possibile amare due persone contemporaneamente. A volte succede: ed è inutile resistere, negare o combattere.
Ho imparato che l'amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino, forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perchè, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. E' un entrare nel mistero, bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile."

domenica 2 febbraio 2014

LeggiAmo - Quando eravamo foglie nel vento

Rientra nella categoria "istinto" la mia ultima lettura

Quando eravamo foglie nel vento
Anne Korkeakivi
Garzanti

Per rendere omaggio alla seconda Fiera del cioccolato, che si svolge in questo piovoso week-end nel centro di Bergamo, ho accompagnato le mie letture con dolcissime praline dal morbido ripieno.


Si tratta dell'esordio letterario di Anne Korkeakivi che, ispirandosi alla sua vita di moglie di un funzionario dell'ONU, racconta l'importante giornata di Clare, moglie di un diplomatico dell'ambasciata inglese.
Il romanzo è ambientato a Parigi dove, dopo tre anni, sta per concludersi l'incarico lavorativo del marito, Edward. In questi anni Clare si è specializzata
nell'organizzazione di ricevimenti ufficiali, ma la cena che si terrà questa sera nella loro residenza è fondamentale per l'assegnazione della prossima destinazione.
Emerge lo spettro dell'Irlanda, Paese che per oltre 25 anni Clare ha cercato, senza successo, di dimenticare.
Una lunghissima giornata, dove una serie di eventi sembrano voler mettere a dura prova i suoi nervi e svelare il segreto così gelosamente custodito.
Molti i flash back che ci riportano indietro di oltre due decenni, dove troviamo una Clare ventenne e innamorata al punto di fare qualsiasi cosa per quel ragazzo dagli occhi azzurri.
Ho apprezzato molto il modo di scrivere della Korkeakivi,
scorrevole e con descrizioni curate nei dettagli.

"Non affezionarsi al personale di servizio è una delle prime regole della vita diplomatica, ma se quelle persone conoscono tutte le regole della tua famiglia, e tu le vedi tutti i giorni, spesso più di quanto tu veda tuo marito, e loro sostituiscono la zia zitella, la vicina di casa, la vecchia amica del liceo o la nonna vedova, è difficile non affezionarsi."

"La gente è disposta a credere qualsiasi cosa a proposito di chiunque, una volta pronunciata la parola "terrorismo". Perchè il terrorismo è troppo spaventoso, troppo disumano. E' il crollo definitivo della civiltà.."

"...anche la paura può diventare una forma di terrorismo."