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sabato 26 marzo 2016

Amicizia e passione, fedeltà e adulterio: Le regole dell'impegno

Continuare ad essere fedeli anche quando l'amore
e la passione vengono meno o cedere all'adulterio?

Le regole dell'impegno
Anita Brookner
Neri Pozza

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L'amore non è l'unico sentimento di questo romanzo ambientato a Londra negli anni Settanta, quando le donne hanno iniziato a rivendicare la propria libertà e il proprio ruolo nella società. Si parla anche di amicizia tra due donne dallo stesso nome, per questo una si fa chiamare Betsy mentre l'altra mantiene l'originale Elizabeth. Un'amicizia nata tra i banchi di scuola, tra due persone diverse, che si perdono di vista quando Betsy si trasferisce a Parigi, dove sopravvive grazie all'eredità lasciatale dalla zia con la quale aveva vissuto dopo la morte dei genitori. Le due amiche si rincontrano anni dopo, al matrimonio di Elizabeth con Digby, un uomo più grande di lei, attraente, solido e che fa di tutto per compiacerla, ma del quale non sarà mai veramente innamorata. I ventisette anni che li dividono danno ad Elizabeth quella sensazione di protezione che non ha più ricevuto dal padre dal momento in cui è cresciuta e i suoi genitori hanno smesso di fingere di andare d'accordo per non ferirla.
Durante il loro incontro Elizabeth resta colpita dalla giovinezza e dall'entusiasmo che trasmette la vecchia amica e ritiene che il merito sia certamente da attribuire all'uomo che le sta accanto, ben diverso da quello che ha appena sposato lei. Il rapporto di amicizia inizia ad essere incrinato da sentimenti di invidia.
La vita coniugale prosegue monotona e in maniera del tutto naturale la donna scivola presto tra le braccia di un altro uomo, che in lei cerca solo piacere, e con il quale vive una passione che è sempre mancata nel rapporto con il marito, dal quale comunque torna sempre a fine giornata.
Il definitivo ritorno a Londra di Betsy porta sentimenti contrastanti tra le due; l'inconsapevole passione per il medesimo uomo le allontana, ma sarà lo stesso uomo e un grave problema per una delle due a riavvicinarle.

Perché lei era, mi resi conto, l'unica e la sola, l'amica che ti segue per tutta la vita, e a cui si è legati per il semplice fatto di vivere.

Un romanzo scritto in prima persona, la voce narrante è quella di Elizabeth, che racconta la storia della sua vita in modo freddo e distaccato, senza mai far trasparire i sentimenti provati. Straordinaria la capacità della Brookner di trasmettere la solitudine della protagonista, che lascia nel lettore una sensazione di angoscia.
La scrittura è scorrevole, dai termini ricercati, raramente ricorre al discorso diretto. L'autrice si dilunga su alcuni episodi, per liquidare in poche righe altri che invece potrebbero dare una svolta al romanzo che nel complesso appare piatto e a tratti noioso.



Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally

domenica 13 marzo 2016

Nel mese che celebra le donne un libro dedicato ad una loro passione: Atlante degli abiti smessi

Aprite il vostro armadio e preparatevi a catalogare uno ad uno i vostri vestiti
mentre scorrete le pagine di

Atlante degli abiti smessi
Elvira Seminara
Einaudi

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Stendere un elenco di categorie e far rientrare in ognuna di esse i propri abiti, lasciati nell'armadio della casa di Firenze, è il singolare modo di Eleonora di cercare di riavvicinarsi alla figlia Corinne.
Il rapporto tra le due si è rotto in seguito alla morte dell'uomo delle loro vite, rispettivamente ex marito e padre.
Attraverso una scrittura confusionaria, fatta di argomenti lasciati in sospeso per passare subito ad altri, e passaggi poco chiari alla stessa autrice, tanto che spesso sente la necessità di ribadire il concetto per renderlo comprensibile, emerge chiaramente lo stato d'animo della donna.
Una donna che ha lasciato Firenze per Parigi, che soffre la mancanza della figlia che evita ogni suo tentativo di approccio.
Una scrittura in prima persona per cercare di dare la sua versione dei fatti,
per descrivere la sua nuova quotidianità,
con gli abiti e le loro caratteristiche usati come metafora di vita

Ce ne sono moltissimi, di squarci che cerchiamo ossessivamente di riempire. E che non vediamo, o fingiamo di non notare, per non doverli colmare.
...E il rancore è un taglio, una crepa, dove finisci intrappolata.

o come spunto per rievocare momenti passati

Ricordi veloci di quando sali i pensieri a due a due, per arrivare prima al ricordo originario.
Quello più bello da conservare.

o ancora, come modo per dare consigli alla figlia.

Perché ad essere appesi alle grucce, riposti ordinatamente nei cassetti, non sono solo brandelli di stoffa. Sono pezzi di vita, di ricordi, di occasioni perdute e di avventure future.

Per me che ritengo fondamentale indossare sempre vestiti ed accessori adatti all'occasione, l'idea dell'autrice è apparsa subito molto originale. Usando il libro come spunto, mi sono divertita a rivedere il mio armadio e a ripercorrere attraverso il suo contenuto spezzoni della mia vita (l'abito della laurea, quello indossato al primo colloquio o ad una cerimonia, quello comprato per risollevare una giornata no, quello mai indossato, i jeans tanto amati alle superiori, i vestiti della taglia sbagliata, quello comprato perché nel camerino del negozio sembrava perfetto per me, ma riprovato a casa mi faceva sembrare un sacco di patate, quello che mi ha vista tanto felice, per non parlare degli innumerevoli capi dimenticati). La scrittura confusionaria non mi ha permesso però di apprezzare pienamente il romanzo, mi sentirei quindi di consigliarne una lettura a piccole dosi.

Sono sicura che al termine del libro sarete riuscite ad inserire in ognuna delle categorie individuate dalla Seminara i vostri capi e a rievocare i ricordi ad essi legati.



Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally