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giovedì 24 dicembre 2015

VisitiAmo: passeggiata da Bergamo Bassa a Città Alta e...Buon Natale

Non c'è niente di più romantico di una passeggiata lungo le mura di Bergamo.
Ogni stagione riserva una sorpresa diversa.

mura, città alta, neve, inverno, bergamo alta


Finalmente siamo arrivate in Città Alta, ci attende un lungo pomeriggio tra i vicoli del centro storico, alla scoperta dei suoi gioielli architettonici, ma soprattutto delle sue curiosità, che non troverete nelle guide turistiche e che non tutti i bergamaschi conoscono.
Dopo tanto camminare ricarichiamo le energie con una gustosa merenda per poi lasciarci avvolgere dall’atmosfera natalizia che al calare della sera rende tutto ancora più magico.


piazza vecchia, città alta, campanone, natale, lucine

Oltre ai miei primissimi auguri in video, non può mancare l'auspicio di un Natale di serenità e gioia, di tempo da dedicare ai propri cari, ma senza dimenticare se stessi.

Auguri

sabato 5 dicembre 2015

Ci piace vivere in un mondo fatto di sofferenza? Macerie

C'è sempre un libro ad accompagnarmi nelle gite domenicali; per quella nel bosco alla scoperta dei colori e dei sapori autunnali ho scelto di portare

Macerie
Claudio Piras Moreno
VandA ePublishing

Macerie, recensione, autunno, alluvione, letture

La scelta non è stata casuale, il libro ruota infatti intorno alla natura. Una natura che si arrende esasperata dall'incuria dell'uomo: dopo giorni di pioggia incessante un'alluvione provoca una frana che in poco tempo cancella Antro, un piccolo paese di montagna della Sardegna, e non lascia scampo a molti dei suoi abitanti.

Ad una settimana dalla tragedia sono state abbandonate le speranze di trovare, tra il fango e le macerie, altri sopravvissuti. Oltre agli scavatori che ripuliscono i detriti vi sono alcuni curiosi come Pietro, giornalista originario di Antro, che con la scusa di scrivere l'ennesimo articolo su quanto accaduto in realtà vaga alla ricerca di legami che gli permettano di ricostruire il suo passato dimenticato, mosso da un sogno fatto diverse notti prima. Un cattivo odore, sempre più intenso, lo spinge a scavare tra i resti fino a quando si imbatte in un uomo, solo all'apparenza morto. Pietro senza esitare lo carica in macchina e lo porta a casa per curarlo con la complicità della moglie, Bernardina. Dopo settimane difficili in cui il dissepolto sembra non poter sopravvivere, si stabilizza e inizia un lento, ma graduale miglioramento che gli permette di recuperare anche l'uso della parola. Dice di chiamarsi Antòni e di essere originario di Antro, narra storie legate ad alcuni abitanti del paese che hanno perso la vita nella frana, dicendo che ne è venuto a conoscenza grazie ai racconti degli abitanti stessi che, come fantasmi, gli hanno tenuto compagnia durante la settimana passata, in bilico tra la vita e la morte, sotto le macerie, ma che non mancano di fargli visita anche ora. Presto si sparge la voce che Pietro e Bernardina ospitano in casa loro un sopravvissuto, chi accorre incuriosito però non lo riconosce come un cittadino di Antro e sostiene che le storie che racconta siano false e inventate in quanto non combaciano con i loro ricordi. Nonostante i dubbi sulla veridicità dei racconti, le parole di Antòni smuovono le coscienze degli abitanti e schiariscono i ricordi.

Grazie alla condivisione sui social network della mia passione per la lettura ho avuto modo di entrare in contatto con Claudio Piras Moreno che mi ha fatto conoscere questa sua pubblicazione. Una lettura non sempre semplice per la quantità di personaggi che si delineano solo pagina dopo pagina, e per i colpi di scena che hanno rimesso in discussione le certezze che pensavo di aver acquisito. La narrazione dell'autore si intreccia con i racconti in prima persona dei protagonisti delle varie storie, il denominatore comune a tutte è il senso di colpa, per non aver avuto il coraggio di fare qualcosa o mostrare un sentimento, o per non aver avuto rispetto di qualcuno o della propria terra. Ho apprezzato molto la ricchezza del suo linguaggio, mai banale, e la ricercatezza delle parole utilizzate nonché la grande attenzione riservata alla natura, tanto che sembra voglia spronarci a fare lo stesso, ad ascoltarla.

Il romanzo,ma soprattutto le note finali "viviamo già nelle macerie del mondo", "creiamo e distruggiamo con rapidità disarmante", suonano come una denuncia, soprattutto in questi giorni in cui i quotidiani e le televisioni riversano nelle nostre case sempre più notizie negative sulla cattiveria dell'uomo nei confronti degli altri e del pianeta.

Non resta che soffermarci ed interrogarci sulla dura considerazione dell'autore:
forse ci comportiamo così perché ci piace vivere in un mondo fatto di sofferenza?