Ferragosto all'insegna del relax: gita fuori porta, pic-nic, digital detox e lettura.
Per non soffrire troppo la lontananza dai social network ho optato per un libro che ruota intorno al mondo di Instagram, prima (e secondo l'autrice unica) pubblicazione di un'instagrammer (ma non osate chiamarla influencer!) e conduttrice radiofonica.
Dato che me lo avete chiesto in tantissime
Dato che me lo avete chiesto in tantissime
L'inevitabile manuale di sopravvivenza a mode, social e casi umani
Annie Mazzola
Baldini+Castoldi
E' probabile che il lettore tipo di questo libro sia un follower di Annie Mazzola, ma non escludo che possa capitare tra le mani di chi, come me, pur non avendo mai visitato il suo profilo è stato attratto dal titolo perché fan di Instagram.
"Dato che me l'avete chiesto in tantissime" è infatti la frase con cui instagrammers più o meno note esordiscono nelle stories per parlare di prodotti utilizzati o di capi di abbigliamento indossati, spesso a scopo pubblicitario e sponsorizzati dalle azende produttrici.
Anche Annie riceve dai suoi followers parecchie domande, le tre più gettonate sono:
Perchè non fai una serie tv?
Perchè non scrivi un libro?
Come ti tagli la frangia?
Se la risposta alla seconda la conosciamo già, per le altre è ncessario leggere il libro.
I primi capitoli sono incentrati sulla sua vita prima di approdare ad Instagram: sfata il mito del magico mondo incantato della moda, nel quale ha lavorato per diversi anni, fatto non solo di abiti da sogno, viaggi e location da urlo; parla della sua collaborazione con un importante brand; racconta della sua famiglia e della sua infanzia. Il resto del libro è dedicato ad Instagram, alle mode e alle categorie di personaggi più strambi che ne sono scaturite. Attraverso pagine leggere ed ironiche, da leggere in un pomeriggio, Annie spazia tra gli argomenti prediletti dai frequentatori del social, primo fra tutti il cibo, o forse è meglio utilizzare il termine inglese food, con i piatti da fotografare non appena vengono serviti a tavola e le più assurde diete; parla dell'abuso di hashtag (e qui mi sento tirata in causa) e raggruppa gli instagrammers in categorie; invoca lo stop alla pubblicazione di foto viste e riviste su più profili; bacchetta gli haters, infelici leoni da tastiera pronti a commentare negativamente ogni post.
Il capitolo che mi è piaciuto di più? "E' ora di dire basta" dove finalmente qualcuno ha il coraggio di dire che non si possono indossare cose a caso solo perché fanno tendenza. I miei insopportabili? NO alle infradito di plastica in città e alle ciabatte con il pelo in estate, NO all'intimo in bella vista o ancor peggio al pantalone abbassato che mostra il solco del lato B, NO alle borse tarocche e NO, ASSOLUTAMENTE NO al collant color carne!!! Il capitolo "casi umani" l'avrei invece approfondito, ma Annie è più giovane di me e probabilmente non ne ha (ancora) incontrati tanti!