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domenica 11 marzo 2018

Un concentrato di personaggi: Cent'anni di solitudine

Avevo deciso di essere accompagnata dal vecchio al nuovo anno da un libro importante, di quelli che mi avrebbero lasciato il segno, e sullo scaffale ho trovato un capolavoro

Cent'anni di solitudine
Gabriel Garcia Marquez
Oscar Mondadori

Macondo, premio nobel, solitudine, romanzo

Conoscevo ben poco di questo romanzo e non ho voluto ricercare altre informazioni se non qualche dato sulla vita dell'autore. Senza nemmeno dare uno sguardo alla trama, mi sono immersa nella lettura.

Un incipit che lo renderà inconfondibile:
"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suoi padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio."

La storia attraversa le sette generazioni della famiglia Buendìa in un intreccio di personaggi mai visto prima, che ho trascritto sotto forma di albero genealogico e al quale ho ricorso diverse volte durante la lettura per non perdere il filo.

Macondo è l'immaginario villaggio in cui si svolgono le innumerevoli vicende narrate nel romanzo. Fondato da un giovanissimo José Arcadio Buendìa, già accompagnato dalla moglie Ursula in procinto di mettere al mondo il figlio primogenito.

Si narra di personaggi di una straordinaria longevità, di storie d'amore e di passione, anche tra appartenenti alla stessa famiglia in barba alla paura di mettere al mondo "figli con la coda di maiale", ma anche di violente guerre e di scioperi, di una casa che si amplia in continuazione per far spazio ai nuovi nati e ai numerosi amici ed estranei che la frequentano, che cade nell'abbandono vittima delle erbe infestanti e delle formiche rosse che ne intaccano le fondamenta, fino a quando qualcuno non si preoccupa di ristrutturarla, dell'entusiasmo per le novità che giungono con gli stranieri e per il progresso.

I Buendia si moltiplicano pagina dopo pagina. Molti di loro condividono anche il nome (Aureliano), tutti sono segnati da un inconfondibile velo di solitudine.

Sono stata travolta dal vortice del realismo magico, che avevo in parte già conosciuto in altri romanzi di autori sudamericani: L'Isola sotto il mare, ma soprattutto La casa degli spiriti di Isabel Allende o in Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel. Eventi assurdi si inseriscono nella narrazione come se fossero normali: la peste dell'insonnia che terrà svegli tutti gli abitanti di Macondo; piogge che cadono ininterrottamente per anni, seguite da lunghi periodi di siccità; personaggi dalla vita che sembra infinita si contrappongono ad altri che conoscono esattamente il momento in cui moriranno, altri il cui arrivo è annunciato dallo svolazzare di un gruppo di farfalle gialle e altri ancora che abbandonano la vita terrena sollevandosi in volo con delle lenzuola.

Cercando maggiori informazioni sull'opera ho appreso che gli avvenimenti, raccontati in modo più o meno fantastico, si rifanno alla Guerra dei Mille Giorni della Colombia e agli scioperi nei confronti delle compagnie bananiere.

Quello che unisce il susseguirsi dei personaggi ai più svariati eventi è una straordinaria scrittura, mai noiosa, ricca di vocaboli e fatta di anticipazioni di avvenimenti non ancora narrati.

Per la prima volta ho terminato la lettura di un libro con la voglia di ricominciarlo, subito, per assicurarmi di aver colto tutto quello che c'era da cogliere.

1 commento:

  1. Ciao Lara, ho appena scoperto il tuo blog grazie al link party del blog Twins Book Lovers e mi sono iscritta come lettrice fissa :-) Non ho letto nulla di Marquez ma è una lacuna che mi piacerebbe colmare prima o poi, nel frattempo mi è piaciuto molto leggere la tua recensione!
    P.s. ti lascio il link del mio blog nel caso fossi interessata a dargli un'occhiata http://langolodiariel.blogspot.it/
    Buona serata :-)

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Grazie per la visita, mi farebbe piacere leggere le vostre impressioni