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domenica 29 gennaio 2017

La seconda possibilità per Banana Yoshimoto: Il coperchio del mare

Lasciata la calda città catalana sono volata nella terra dei miei sogni, il Giappone.
Pregustando di immergermi in un onsen (le fonti termali naturali nipponiche) lungo il mare, di quelli accessibili solo con la bassa marea, ho scelto un libro dalla copertina dolce e dal titolo curioso

Il coperchio del mare
Banana Yoshimoto
Feltrinelli


Il mare di cui si parla nel romanzo è quello che bagna la penisola di Izu, in cui sorge il piccolo paese natale di Mari, dove la ragazza decide di tornare a vivere dopo aver concluso gli studi universitari a Tokyo. Quella che un tempo era un'ambita meta turistica, piena di vita, appare oggi alla ragazza come un paese in degrado: non ci sono più i turisti a passeggiare, a frequentare le terme o ad affollare i ristoranti per gustare i granchi giganti che qui si pescavano e quasi tutti i negozi hanno le saracinesche abbassate.

Mari, contrariamente ai suoi compaesani, dimostra di voler credere ancora nell'attrattività del paese aprendo un piccolo chiosco di granite prodotte da lei con pochi prodotti, ma tutti naturali.

Quando si insegue un sogno, tutto sembra bello e carico di energia,
proprio come quando si è innamorati.

All'inizio dell'estate la routine della ragazza viene interrotta dall'arrivo in casa sua di Hajime, figlia di un'amica della madre, che ha bisogno di trascorrere l'estate lontano dai problemi famigliari scaturiti in seguito alla recente morte dell'adorata nonna. L'incontro tra le due ragazze non è idilliaco, Mari è molto impegnata con il suo lavoro, Hajime invece resta rinchiusa nei suoi problemi e non vuole mangiare. Su insistenza della madre, Mari invita Hajime ad uscire per trascorrere la serata insieme, nasce così un legame che si rafforzerà nel corso dell'estate, fatto di aiuto nel lavoro al chiosco, nuotate in mare nel tempo libero e lunghe passeggiate sulla spiaggia.
Le giornate che si accorciano e l'acqua del mare che si raffredda, al punto di non permettere più le nuotate, sono il segno che l'estate è finita e che Hajime, ritemprata dal soggiorno nella località marina, deve tornare dalla sua famiglia. Le ragazze si lasciano con la promessa di vedersi tutti i week-end, di trascorrere insieme anche le prossime estati e con il progetto di intraprendere una collaborazione lavorativa.

Se si fanno dei progetti concreti, se si coltivano le proprie ambizioni, se ci si dà da fare con umiltà, se si aguzza l'ingegno, i sogni diventano realtà.

 Il mare fa da sfondo all'intera lettura. Il titolo del romanzo coincide con la poesia di Hara Masumi pubblicata in apertura. Il coperchio è sinonimo dell'incapacità di porre fine al dolore di una perdita. La malinconia della poesia è il preludio di un romanzo che ho trovato  malinconico, dalla scrittura lenta e semplice, a tratti elementare, che rende pesante le poche pagine che lo compongono. Dopo aver conosciuto Banana Yoshimoto con High & Dry: Primo amore, la sfida di lettura alla quale sto partecipando mi ha dato l'opportunità di leggere un suo secondo, e credo anche ultimo, romanzo. E' un'autrice che, contrariamente dalle opinioni che ho avuto modo di scambiare con altri lettori, non mi trasmette alcuna emozione.

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