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domenica 19 giugno 2016

La vita di un padre dopo la morte del figlio: Enon dopo l'estate

Quasi tutti gli uomini della mia famiglia lasciano vedove le moglie e orfani i figli. Io sono l'eccezione. La mia unica figlia, Kate, è stata investita e uccisa da un'auto mentre tornava a casa in bici dalla spiaggia, un pomeriggio di settembre di un anno fa. Aveva tredici anni. Mia moglie Susan e io ci siamo separati subito dopo.

Queste drammatiche righe sono l'inizio di

Enon. Dopo l'estate
Paul Harding
Neri Pozza

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Al termine dell'estate la cittadina di Enon, vicino a Boston, non sarà più la stessa.
Kate non la attraverserà più in bicicletta fino a raggiungere il lago
in compagnia della sua migliore amica. Gli uccelli dell'oasi non si poseranno più sulle sue piccole mani per beccare il mangime. Non correrà più tra le strade del suo paese con il padre che tenta invano di stare al suo passo.

In un torrido primo settembre dell'estate che precede l'inizio della scuola superiore, la vita di Kate, nel pieno della sua giovinezza, è improvvisamente spezzata da un'automobile che la travolge mentre a bordo della sua bicicletta sta tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio in spiaggia con un'amica. Incapaci di affrontare insieme la morte della loro unica figlia, Susan e Charlie si separano poco dopo. Il romanzo è la narrazione in prima persona della vita di Charlie. Un racconto non lineare che parla della sua infanzia, della nascita della sua famiglia, della tragica sopravvivenza in seguito alla morte della figlia e della rinascita. Un miscuglio di emozioni si intrecciano tra le pagine, ricordi felici e spensierati stridono con la disperazione e la drammaticità della narrazione dell'anno successivo alla perdita di Kate. Solo dopo la celebrazione dei funerali Charlie inizia realmente a percepire quanto è accaduto. In un impeto di nervosismo sferra un pugno ad una parete di casa rompendosi la mano, riesce ad alleviare il male per qualche ora grazie agli antidolorifici dei quali abuserà non solo per attenuare il dolore fisico. La moglie accoglie l'invito dei genitori di raggiungerli per qualche giorno, ma la breve "vacanza" si tradurrà in un trasferimento definitivo.
Incapace di badare a se stesso e alla casa Charlie sopravvive tra l'incoscienza provocata dai farmaci e pochi momenti di lucidità in cui vaga nella cittadina, rievocando i ricordi della sua esistenza o intrufolandosi nelle case dei suoi vicini alla disperata ricerca di medicinali. Irrompendo nella casa di Mrs Hale trova l'anziana signora che lo affronta con coraggio e lo rimprovera per l'egoistica vita che sta conducendo, senza alcun rispetto per sé, i suoi compaesani, ma soprattutto per la figlia biasimandolo per non"essere grato per la fortuna di aver avuto una creatura così adorabile". Questo incontro gli darà la scossa necessaria per impedire di toccare definitivamente il fondo.

E' difficile trovare le parole per descrivere un romanzo forte quanto l'argomento trattato, la difficoltà di trovare un senso per continuare a vivere dopo la morte di un figlio, un'esperienza devastante quella del dover convivere con una ferita che non si chiude e un dolore che non si placa. Ogni persona elabora il lutto a proprio modo, un'esperienza troppo personale per poterla giudicare, soprattutto se non si è genitori, puoi solo lasciarti trascinare dalle emozioni che attraversano le pagine del libro. E Paul Harding trasmette bene lo stato confusionario alternato a momenti di lucidità di Charlie. Avrei però preferito che si soffermasse di più su certi aspetti come l'evoluzione del rapporto tra Charlie e la moglie e che si dilungasse meno su altri, come la sua infanzia.

Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally

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