Aprite il vostro armadio e preparatevi a catalogare uno ad uno i vostri vestiti
mentre scorrete le pagine di
Atlante degli abiti smessi
Elvira Seminara
mentre scorrete le pagine di
Atlante degli abiti smessi
Elvira Seminara
Einaudi
Stendere un elenco di categorie e far rientrare in ognuna di esse i propri abiti, lasciati nell'armadio della casa di Firenze, è il singolare modo di Eleonora di cercare di riavvicinarsi alla figlia Corinne.
Il rapporto tra le due si è rotto in seguito alla morte dell'uomo delle loro vite, rispettivamente ex marito e padre.
Attraverso una scrittura confusionaria, fatta di argomenti lasciati in sospeso per passare subito ad altri, e passaggi poco chiari alla stessa autrice, tanto che spesso sente la necessità di ribadire il concetto per renderlo comprensibile, emerge chiaramente lo stato d'animo della donna.
Una donna che ha lasciato Firenze per Parigi, che soffre la mancanza della figlia che evita ogni suo tentativo di approccio.
Una scrittura in prima persona per cercare di dare la sua versione dei fatti,
per descrivere la sua nuova quotidianità,
con gli abiti e le loro caratteristiche usati come metafora di vita
Ce ne sono moltissimi, di squarci che cerchiamo ossessivamente di riempire. E che non vediamo, o fingiamo di non notare, per non doverli colmare.
...E il rancore è un taglio, una crepa, dove finisci intrappolata.
o come spunto per rievocare momenti passati
Ricordi veloci di quando sali i pensieri a due a due, per arrivare prima al ricordo originario.
Quello più bello da conservare.
o ancora, come modo per dare consigli alla figlia.
Perché ad essere appesi alle grucce, riposti ordinatamente nei cassetti, non sono solo brandelli di stoffa. Sono pezzi di vita, di ricordi, di occasioni perdute e di avventure future.
Per me che ritengo fondamentale indossare sempre vestiti ed accessori adatti all'occasione, l'idea dell'autrice è apparsa subito molto originale. Usando il libro come spunto, mi sono divertita a rivedere il mio armadio e a ripercorrere attraverso il suo contenuto spezzoni della mia vita (l'abito della laurea, quello indossato al primo colloquio o ad una cerimonia, quello comprato per risollevare una giornata no, quello mai indossato, i jeans tanto amati alle superiori, i vestiti della taglia sbagliata, quello comprato perché nel camerino del negozio sembrava perfetto per me, ma riprovato a casa mi faceva sembrare un sacco di patate, quello che mi ha vista tanto felice, per non parlare degli innumerevoli capi dimenticati). La scrittura confusionaria non mi ha permesso però di apprezzare pienamente il romanzo, mi sentirei quindi di consigliarne una lettura a piccole dosi.
Sono sicura che al termine del libro sarete riuscite ad inserire in ognuna delle categorie individuate dalla Seminara i vostri capi e a rievocare i ricordi ad essi legati.
Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally
Il rapporto tra le due si è rotto in seguito alla morte dell'uomo delle loro vite, rispettivamente ex marito e padre.
Attraverso una scrittura confusionaria, fatta di argomenti lasciati in sospeso per passare subito ad altri, e passaggi poco chiari alla stessa autrice, tanto che spesso sente la necessità di ribadire il concetto per renderlo comprensibile, emerge chiaramente lo stato d'animo della donna.
Una donna che ha lasciato Firenze per Parigi, che soffre la mancanza della figlia che evita ogni suo tentativo di approccio.
Una scrittura in prima persona per cercare di dare la sua versione dei fatti,
per descrivere la sua nuova quotidianità,
con gli abiti e le loro caratteristiche usati come metafora di vita
Ce ne sono moltissimi, di squarci che cerchiamo ossessivamente di riempire. E che non vediamo, o fingiamo di non notare, per non doverli colmare.
...E il rancore è un taglio, una crepa, dove finisci intrappolata.
o come spunto per rievocare momenti passati
Ricordi veloci di quando sali i pensieri a due a due, per arrivare prima al ricordo originario.
Quello più bello da conservare.
o ancora, come modo per dare consigli alla figlia.
Perché ad essere appesi alle grucce, riposti ordinatamente nei cassetti, non sono solo brandelli di stoffa. Sono pezzi di vita, di ricordi, di occasioni perdute e di avventure future.
Per me che ritengo fondamentale indossare sempre vestiti ed accessori adatti all'occasione, l'idea dell'autrice è apparsa subito molto originale. Usando il libro come spunto, mi sono divertita a rivedere il mio armadio e a ripercorrere attraverso il suo contenuto spezzoni della mia vita (l'abito della laurea, quello indossato al primo colloquio o ad una cerimonia, quello comprato per risollevare una giornata no, quello mai indossato, i jeans tanto amati alle superiori, i vestiti della taglia sbagliata, quello comprato perché nel camerino del negozio sembrava perfetto per me, ma riprovato a casa mi faceva sembrare un sacco di patate, quello che mi ha vista tanto felice, per non parlare degli innumerevoli capi dimenticati). La scrittura confusionaria non mi ha permesso però di apprezzare pienamente il romanzo, mi sentirei quindi di consigliarne una lettura a piccole dosi.
Sono sicura che al termine del libro sarete riuscite ad inserire in ognuna delle categorie individuate dalla Seminara i vostri capi e a rievocare i ricordi ad essi legati.
Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally
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Grazie per la visita, mi farebbe piacere leggere le vostre impressioni