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venerdì 29 gennaio 2016

Quante storie diverse si possono costruire con tre soli oggetti? Un gatto, un cappello e un nastro

Le vacanze di Natale con il loro carico di tempo libero da dedicare agli affetti e ai piaceri sembrano un ricordo così lontano. Smontato l'albero di Natale e gli addobbi sono rimasti i ricordi di giorni felici e carichi di amore, ma anche un libro che si è soffermato più del solito sul mio comodino

Un gatto, un cappello e un nastro
Harris Joanne
Garzanti

libro, leggere, garzanti, racconti, letture sotto l'albero di Natale

La lunga permanenza è dovuta al pochissimo tempo che ho potuto dedicare alla lettura negli ultimi giorni, ma soprattutto al fatto che il libro non è riuscito a coinvolgermi.
Dietro ad un titolo curioso, che porta a creare diverse associazioni tra gli oggetti che lo compongono, si cela una raccolta di storie che la trama definisce "legate tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre", ma questi legami non sono riuscita ad individuarli, se non per un paio di racconti. Ognuno è preceduto da qualche riga dell'autrice in cui spiega da quale avvenimento ha preso spunto o a quale altro suo libro rimanda.
L'inizio promette bene con la storia di ragazzini che si sfidano in una gara di tuffi in un fiume del Congo, frase dopo frase ci si ritrova a trattenere il fiato scivolando con loro a tutta velocità lungo le acque impetuose. Tenerezza suscitano i due racconti in cui le protagoniste sono due arzille vecchiette, ospiti di una casa di riposo, che lottano contro le ingiustizie e i soprusi di una dipendente altezzosa. C'è spazio anche per il dolore, in una storia attualissima, quello di una madre che cerca un disperato contatto con il giovane figlio morto, attraverso il suo profilo in un social network.
Il racconto che più ho apprezzato è "fai da te", in cui un uomo ricomincia la sua vita in una vecchia casa abbandonata che saprà, con amorevole cura, riportare all'antico splendore.

"Una casa non è mattoni e calce. Una casa è fatta di quelle cose
capaci di durare quando i mattoni e la calce non esistono più"

Troppi però sono i racconti che non mi hanno convinta, come quelli del signore che vive esclusivamente per il Natale, non amato dai vicini in quanto lascia l'intera casa, giardino incluso, completamente ricoperta dalle luci degli addobbi in quanto ritiene che sia Natale ogni giorno, o la donna che si innamora di un faggio fino ad annullarsi nella convinzione di esserne entrata in simbiosi, o ancora quello del gioco on-line che è diventato in poco tempo l'attività principale di un gruppo di ragazzi, spinti dalla voglia di raggiungere per primi il misterioso livello X.

Non si può certo dire che alla Harris manchi la fantasia, ne è la prova Cookie, una storia ad altissimo contenuto di zucchero, in cui la protagonista è attratta da qualunque tipo di dolce, ma questa dipendenza le fa perdere la ragione al punto che tenta di giustificare agli altri, ma soprattutto a se stessa, l'aumento di peso con una misteriosa gravidanza.

Forse prima di leggere questo libro avrei dovuto conoscere l'autrice attraverso altre sue pubblicazioni per questo le darò un'altra possibilità, magari con il celebre Chocolat.



Questo libro partecipa alla Reading Challenge 2016 del blog Emotionally

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